lunedì 13 febbraio 2012

Il Nucleo di noi.

Sono cresciuta ascoltando strani mix musicali.
Lunghi viaggi in camper, con gli occhi fuori dal finestrino
persi tra le montagne innevate, pascoli verdissimi, paesaggi sempre nuovi, mondi inesplorati...
Le orecchie dall'altra parte del vetro, aperte alla musica.
Un po' di Bimbomix per tenerci allegri, e poi De Andrè, De Gregori, e Franco Battiato, soprattutto.
I grandi cantautori italiani si esprimevano con testi astrusi, pieni di parole dal significato a me sconosciuto, descrivevano situazioni che immaginavo surreali non avendo la capacità di filtrare le metafore
.... eppure mi parlavano lo stesso.
La musica parla, le emozioni vengono ugualmente veicolate, eccome...
L'ensamble di violini, quelle tonalità in minore un po' dolci, un po' strazianti, i cori di sottofondo...
entravano nelle mie orecchie aperte... e da lì, via!
Dritti nella pancia, nel cuore, senza incontrare frontiere.
Però incontravano le immagini, quei paesaggi che i miei occhi grandi aperti sul mondo facevano entrare con la stessa rapidità, e via!
Anche quelli finivano nella pancia e nel cuore....
E lì, in quel luogo magico, misterioso e tanto profondo, si fondeva l'armonia, con le immagini, con il mio sentire di allora, con ciò che credevo, con la mia fantasia, con le mie emozioni...
Penso che proprio lì, in quel luogo preciso abbia iniziato a formarsi il mio substrato, il mio background...chiamatelo come volete...
Ma lì, proprio lì si sono andate a impastare quelle cellule fatte di anima, di carne, di note, di immagini, di luce e di onde sonore... lì ha iniziato a nascere ciò che immagino abbia condizionato per il resto dei miei giorni i miei gusti in materia di musica, di arte e di tanto altro...
Lì, sono nata io, in un certo senso, e se oggi sono fatta di questa precisa pasta e non di un'altra, credo di doverlo anche a quei momenti... forse soprattutto a quei momenti.
Per il 30% e soltanto per il 30% nasciamo in un certo modo, con certe predisposizioni, ma il resto lo acquisiamo dall'ambiente, da ciò che ci capita, da quanto vediamo ed ascoltiamo....
E quel 70% si radica così tanto dentro di noi che diventa parte integrante di quel puntino al centro del nostro corpo e della nostra anima, quel puntino che io chiamo NUCLEO, e che non cambia col tempo, che è quel qualcosa che ci rende unici e infiniti rispetto ad ogni altro individuo.

Ora, io non so se sia stato un bene o un male avere avuto tale background.... ma so che, da che io ricordi, son sempre stata molto sensibile e affascinata da tutto ciò che è poesia pura.
So che guardavo in continuazione "Il Monello" di Charlie Chaplin il quale tutt'ora è per me il non plus ultra...so che cosa amo della vita, della natura, e so anche ciò che non amo....
E so che sono molto felice di questo.
Quindi posso dirvi che fino ad una certa età i vostri bambini sono davvero delle spugne, non hanno capacità di discernimento, non hanno filtri.
Sappiatelo, semplicemente.
E ricordatelo ogni volta che scegliete di guardare un film o la tv in loro presenza, ogni volta che ascoltate musica, ogni volta che scegliete di andare da qualche parte.
Sappiate che tutto questo andrà a formare il loro nucleo, e quel Nucleo li accompagnerà per sempre.
Quindi, con i vostri bambini, per i vostri bambini....
Cercate di ascoltare musica di qualità.
Viaggiate molto.

lunedì 6 febbraio 2012

La mia lista

Ci sono cose che amo. Ce ne sono tante. Ma più facilmente mi vengono in mente quelle che non sopporto.
Ne ho iniziata una lista..... anche se si tratta di un work in progress, perché ogni tanto me ne viene in mente qualcuna da aggiungere.
Mi porto in tasca un blocchetto dove all'occorrenza le annoto.
Inizio....

"Le cose che non sopporto":


Il freddo

Quelli che sputano in mezzo alla strada

Gli abusi di potere

Sentire parlare troppo forte in luoghi pubblici.

Il rumore della forchetta che stride sul piatto

Dover gonfiare le ruote della bici

Sentirmi rispondere "NO" prima di aver finito di fare la domanda

Avere il serbatoio vuoto

Il vento

Gli ex fumatori che vogliono convincere i fumatori a smettere

Il rumore del metallo contro un altro metallo

La caccia e la pesca "sportiva"

Quelli che mentre ti parlano si sistemano le palle e nemmeno se ne accorgono

I babbi natale arrampicati ai balconi

Dover fare benzina

Chi rallenta al semaforo facendomi prendere il rosso

La sabbia negli occhi

Le giacchette jeans

Le cassiere troppo lente

I capelli appiccicati alle pareti delle docce in palestra

Il naso che mi gocciola in continuazione

I biscotti con troppo burro

La parrucchiere che ti fanno il terzo grado pensando di intrattenerti con simpatia

Le zip che non chiudono

Chi si lascia... e non chiude

Una macchia sulla camicia appena lavata

Avere il singhiozzo

La majonese ovunque

Veder mangiare le mele caramellate alle fiere

(anche i lecca lecca)

Il caffè che esce dalla moca e va sul fornello appena pulito

Chi si fa portare via il piatto lasciando un solo boccone

Aspettare chi è in ritardo

I corn fakes mosci

Un bacio dato male

Stringere una mano floscia

Sentirmi dire " Anche io avrei tanto voluto fare teatro"

Un'orchestra calante

Sentirmi dire che sono fortunata

Sentirmi dire che sono sfortunata

Stare in un abbraccio finto.










venerdì 27 gennaio 2012

Il mio giorno della Memoria.

Oggi è la giornata della Memoria.
Mi perdo a pensare al significato di questa parola...
Memoria= risultato di due processi distinti e complementari.
Apprendimento.
Assimilazione.
In poche parole: mi giunge un nuovo stimolo esterno, lo imparo, provandolo sulla mia pelle e talvolta facendomi male, dopodiché me ne faccio una ragione e così lo assimilo.
A quel punto diventa parte di me, del mio bagaglio di esperienze.
Ora è diventato Memoria.
Ma se si parla di Memoria in questo giorno non c'è scienza che tenga: si può pensare ad una sola cosa....
Quante informazioni abbiamo sull'argomento...(sembra a me o ne arrivano sempre meno dai media?)
E comunque potrei aprire una lunga parentesi su tutte le cose orribili che accadono ogni giorno, e che meriterebbero di essere ricordate con lo stesso rispetto, omaggiate con lo stesso silenzio, carico di indignazione, quelle cose sempre provocate dall'ignoranza e dalla malvagità dell'uomo, dalla sua pochezza, dalle sue paure, sempre a discapito di innocenti vittime.
Potrei ma non lo farò.
Non ora. Non qui.

Dicevo...

Memoria= capacità di ricordare, di immagazzinare ricordi....
Eppure.... certe cose non vogliono proprio entrare.... e allora bisogna ripeterle tante tante tante volte.
Bisogna scriverle e poi leggerle.
E rileggerle. E rileggerle....
Eppure... arrivano come pugni nello stomaco!
E allora perché? Perché non si riesce a ricordare tutto?
Forse dei pezzi scappano via, forse è troppo, non ci può stare tutto.
Tutto quel dolore, tutto quell'incredibile, che ci travolge come un fiume in piena e non può non commuoverci fino alle lacrime.
Penso allo struggimento che si scioglie nel pianto....un pianto impossibile da evitare per chiunque visiti dal vivo un campo di concentramento.
O forse non siamo che bambini che ascoltano sempre la stessa fiaba, anche se conoscono perfettamente il finale.
Perché è sempre incredibile, è sempre nuova, è sempre sorprendente.
Si può perdere la memoria? E' come un hard disc che  si può rompere o compromettere parzialmente?
Si riaggiusta la memoria? (no, perché l'hard disc spesso non si aggiusta più....).

Mi chiedo che effetto mi avrebbe fatto entrare nel campo di concentramento dove fu portato il mio nonno.
Ma non c'è più: è stato raso al suolo. Non lo saprò mai.

Mi sforzo di ricordarne il nome....ma mi si perde nella nebbia.
La mente è un hard disc che vale poco, a volte.
Troppo delicata, basta un po' di stanchezza, di stress....e arriva quella maledetta nebbia.
Il nonno era come me, o forse dovrei dire che io sono come lui.
Scriveva. Scriveva.... scriveva così come si impara a scrivere in terza elementare.
Molti nonni scrivono ancora così: con tutte le letterine belle e arzigogolate, quando ti scrivono sul bigliettino "Buon Natale!"
E ha scritto e tenuto i suoi diari, nei giorni di prigionia.
Sono pagine fragili scritte a matita, che si sbiadiscono sempre di più.
Forse nemmeno si rendeva bene conto di dove fosse o del peso della situazione..
Nei suoi diari, non manca mai la voglia di scherzare, e prendere tutto con quell'ironia che solo un ventenne può avere.
Già, era il suo ventesimo compleanno quando l'hanno caricato sul vagone merci.

Ma se mio nonno non avesse scritto, cosa mi sarebbe rimasto?
A questo servono i sensi. Motori di ricerca della Memoria.
Aiutano a recuperare ciò che sembra perso

Ed eccomi qui che cerco nel suono della sua voce quei ricordi uditivi... i suoi racconti.
Aneddoti, dettagli. Raccontati con sempre meno voglia, con sempre più stanchezza.
Poi gli occhi del ricordo vanno a cercare quel "file" dove ci sono i suoi, di occhi.
Così dolci, così tristi.
Cerco il morbido della pelle rugosa sotto il ruvido pungente della barba di due giorni.
Cerco il caldo del suo abbraccio e delle coccole.
E il ricordo più forte. L'odore.
Quell'odore buono del nonno, del maglioncino di lana, di erba del prato, di pane, di terra.
Non voglio dimenticare il nonno.
Non voglio dimenticare la sua vita.
La malinconia e l'orrore che portava dentro.
La sua sofferenza e la sua forza.
La sua voglia di ridere e di giocare con noi.
Questo è il mio giorno della Memoria.



martedì 24 gennaio 2012

Io che mi rifiuto...

Nonostante Facebook, nonostante Twitter, nonostante tutti i social network e gli sms, nonostante i vari phone che ti fanno raggiungere ovunque, nonostante le tecnologie di ultima generazione, le nuove frontiere della comunicazione breve, io-grafomane, mi rifiuto. Non ce la faccio.
Credo ancora nella Slow-comunicaton....
Non so se esista già questo termine, ma amo vedere le persone in faccia, prendere un the con un'amica, anche se devo fare i salti mortali per ritagliarmi quell'oretta nella settimana.... e se non c'è altro modo di comunicare che non sia il computer, almeno che si spenda un minuto per fermarsi e LEGGERE.
Se non interessa l'argomento, se leggere costa troppa fatica, ciao ciao, poco mi importa.
Non so ancora cosa scriverò su questo blog e spero di avere almeno la costanza di continuare a tenerlo. Ma questo è un inizio. Il mio inizio.
E in fin dei conti ...

"Scrivere è un modo di parlare senza essere interrotti." (Jules Renard)



Ahahahah, adoro questo aforisma!!!
Bene, per oggi basta, vado a scoprire com'è fatto il mio nuovo blog.
Finalmente (ho) un blog!